Profili social “handmade”: E’ davvero un risparmio di denaro?

profili social

Ogni giorno sono decine, o addirittura centinaia, le pagine e i profili social che ci ritroviamo davanti, semplicemente scrollando la nostra home. Molti sono di conoscenti, amici e persone che utilizzano le piattaforme per raccontare la propria vita, condividere le proprie riflessioni e le proprie passioni. Ma cosa cambia quando l’utilizzo dei social è finalizzato alla promozione di un’azienda?

Profili social & business: potenzialità e rischi

Aziende e social sono due elementi dal potenziale incredibile che, se utilizzati correttamente, possono dare risultati considerevoli. Bisogna ricordare, naturalmente, che i social hanno le loro regole. E non parliamo solo di orari e giorni di pubblicazione, ma di quelle regole sui contenuti che ricalcano la netiquette del primissimo web. In altre parole, non si può scrivere tutto ciò che ci passa per la testa o mostrarci in qualsiasi modo o posa. E questo problema, nonostante sia apparentemente arginabile, è spesso una costante dei profili social business handmade. Sebbene l’idea di “fatto in casa” rimandi a una dimensione di genuinità e artigianalità, scegliere di gestire da sì i propri social aziendali può avere ripercussioni, anche molto sgradevoli. Possiamo individuare tre “effetti collaterali” che rischiano di compromettere seriamente la buona condotta di un’azienda sui social e, di conseguenza, precluderne i risultati sia online, che offline.

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Vediamo quali sono le tre motivazioni che ribadiscono quanto la scelta di un social media manager e l’individuazione di una strategia siano fondamentali per un profilo business.

1. I profili social rispecchiano i valori aziendali (“)

Non tutti sono nati per raccontare al meglio, con parole mirate ed efficaci, la storia di un’azienda. Spesso, bisogna riconoscerlo, neppure i fondatori delle aziende in questione. Un professionista della comunicazione social ha più possibilità e strumenti per intercettare il sentiment aziendale e raccontarlo in modo chiaro e appassionante.

2. Non riuscire a portare avanti un social concept

Uno storytelling mirato passa attraverso obiettivi di comunicazione ben precisi, che è opportuno far individuare a professionisti del settore. Perseguire questi obiettivi in modo chiaro ed esplicativo è, probabilmente, il passaggio che presenta maggiori “distrazioni”. Perdere di vista l’obiettivo è molto comune e il rischio di divagazione è proprio dietro l’angolo.

3. S.O.S. gestione crisi

Scontrarsi con un momento di difficoltà e rendersi conto di non riuscire a gestirlo in modo ottimale è l’ultima problematica (ma, di certo, non la meno importante). E non bisogna pensare che si tratti di casi limite: chiunque può trovarsi ad affrontare un momento acuto di crisi comunicativa, dal piccolo ristorante alla grande personalità politica. Ci si può trovare sotto attacco o nel mirino dell’opinione pubblica per una condotta impropria o, semplicemente, per un equivoco. Ciò che conta è saper reagire e arginare i danni nel migliore dei modi. Ad esempio, a poco valgono le risposte aggressive a commenti di utenti (sia autentici, che troll!), se non a gettare benzina sul fuoco.

Questi problemi puntano verso un’unica soluzione: la necessità di rivolgersi a un professionista. Raccontare la propria azienda agli utenti in modo corretto e friendly è il pane quotidiano di un social media manager. Il miglioramento della visibilità e delle metriche più comuni è sensibile, anche in tempi relativamente brevi, e l’attività commerciale non può che giovarne.

Creo Group mette a disposizione di liberi professionisti e aziende le consulenze e le strategie in ambito social media. Per maggiori informazioni, consulta il nostro sito o scrivici.

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