Scadrà il prossimo 30 settembre il termine ultimo per inoltrare la richiesta e accedere al bonus pubblicità. Si tratta di una misura la cui finalità è sostenere imprese, lavoratori autonomi ed enti non commerciali. L’aiuto consiste nella restituzione del credito d’imposta per tutte le spese sostenute per la promozione a mezzo stampa. Ci sono ancora pochi giorni a disposizione di liberi professionisti, aziende ed enti per richiedere un importante ed efficace sostegno alle attività di promozione del proprio business.
Chi sono i beneficiari del bonus pubblicità
Come già anticipato, la misura è destinata a tutte le imprese, a prescindere dalla loro longevità, dalla dimensione, dal fatturato o dal numero di dipendenti. Inoltre, beneficiari possono essere sia enti di natura non commerciale, che liberi professionisti, ai quali Creo Group si rivolge nell’erogazione dei servizi integrati.
Cos’è?
Il bonus pubblicità è stato istituito nel 2018 come credito d’imposta per le imprese, i lavoratori autonomi e gli enti non commerciali a supporto degli investimenti pubblicitari. Utilizzare i media per dare risonanza al proprio progetto è, senza dubbio, un grande vantaggio. Soprattutto se la pianificazione strategica è accompagnata a un supporto istituzionale a imprenditori e liberi professionisti.
Cosa si intende per “investimento pubblicitario”?
Ed ecco quali sono le spese che fanno parte della categoria e possono essere considerate investimento pubblicitario. Rientrano nella definizione tutte quelle spese sostenute nel promuovere la propria attività commerciale o ente su emittenti televisive e radiofoniche. In base all’articolo 57-bis del decreto legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito dalla legge 21 giugno 2017, n. 96, e successive modificazioni, quindi, sono finanziabili tutte le campagne pubblicitarie condotte a mezzo stampa, sia quotidiana che periodica. Non solo: rientrano nella definizione anche emittenti televisive e radiofoniche, sia nazionali che locali, e le categorie appena elencate, ma che producono i loro contenuti online. Sia che si tratti di testate regolarmente registrate analogiche o digitali, risulta ininfluente la periodicità delle pubblicazioni. Le testate in quesitone devono essere regolarmente registrate presso il Tribunale competente, il ROC è Registro degli operatori di comunicazione, e dotate della figura del direttore responsabile.
Quali sono gli investimenti non finanziabili?
Non rientrano tra le spese finanziabili quelle sostenute per campagne di advertising sui social o sui motori di ricerca. Inoltre, non sono ammesse altre forme di promozione, quali televendite, servizi di pronostici, giochi e scommesse, spese accessorie e costi di intermediazione.
I criteri per ottenere il bonus pubblicità
Il requisito di base era che, durante l’anno in corso, la spesa sostenuta dal richiedente per investimenti pubblicitari superasse almeno dell’1% l’importo degli analoghi investimenti effettuati nell’anno precedente. Naturalmente, le condizioni per i pregressi investimenti ricalcavano le regole sopra elencate in merito alla tipologia di media scelti.
Le novità
Il Decreto Cura Italia, dapprima, seguito dal Decreto Rilancio del 19 maggio 2020 hanno rafforzato l’incentivo. Il credito d’imposta, infatti, verrà calcolato nella misura unica del 50% dell’intero valore degli investimenti pubblicitari effettuati. Una misura che non si basa sul valore incrementale e innalza di 20 punti percentuali il credito d’imposta precedentemente fissato al 30%.
